venerdì 19 ottobre 2007

ANNI SETTANTA PER MODO DI DIRE



Ci sono groupie e groupie. Ho questo libro tra le mani (le bozze di questo libro) di Pamela Des Barres e pian piano scopro questo mondo assurdo che per almeno due decenni ha riempito i backstage dei concerti delle band di tutto il mondo. Leggo Di Jimmy Page e Robert Plant, di Clapton e Bowie, di Iggy Pop e dei Guns. E di tutte quelle ragazzine di neppure sedici anni che fuggivano di casa per far la posta alle rockstar fuori dall'albergo, che si infilavano negli ascensori per andare a bussare alla porta di qualche cantante, che facevano a cazzotti per stare in prima fila. E che trombavano col dio-del-rock di turno. Che trombavano o facevano pompini, per l'esattezza. Perchè sembra che una cosa escludesse l'altra, che ci fossero proprio due diverse scuole di pensiero. Ragazzine che si calavano qualsiasi acido, che ci davano giù di coca, che, come Cynthia Plaster Caster, facevano calchi di cazzi e palle famosi...(provate a visitare il suo sito www.cynthiaplastercaster.com). Un delirio, una follia. In fondo si tratta degli anni Settanta, dei giorni in cui i nostri babbi e le nostre mamme si conoscevano, o conoscevano qualcun altro, in balera o sulla rotonda sul mare più vicina. Ballavano, loro, sulle note scatenate di Celentano, dei Dik Dik, dei Camaleonti, si emozionavano per le rime struggenti di Baglioni e Battisti. E forse si facevano qualche spinello. Difficile immaginare Gianni Morandi che si porta una squinzia in camerino e si chiude con lei in bagno: al massimo avrebbe potuto offrirle un bicchiere di latte al bar dello sport più vicino. Certo, Mal con quegli occhioni blu si sarà tolto qualche soddisfazione, e senza dubbio il vecchio Claudio avrà rimorchiato sulla sua Camilla ben più di qualche inglesina suscettibile. Per non parlare di Amedeo Minghi, con quel codino viscido, o Califano. Ecco Califano, sì. Si faceva, trombava, senza ritegno. Ma era uno, faceva parte di una minoranza. E infatti è l'unico cantante ultrasessantenne che non fa che cadere continuamente senza motivo, mentre l'amico Jagger continua a sbattersi sul palco. Questione di stile... Insomma, il nostro era un mondo molto diverso. I Rolling Stones riempivano le arene mentre Don Bachy si spretava per amore della musica.

Ho bisogno di vederti di persona perchè non sto mai così bene come quando ci sei tu. Io riesco a vedere me stesso quando mi guardi.

Russell Hammond a
Penny Lane in QUASI FAMOSI

5 commenti:

Anonimo ha detto...

dici che era un prete?

Anonimo ha detto...

almeno un chirichetto...

Anonimo ha detto...

insomma, il ruolo della controcultura in Italia è stato forte. Credo sia fuorviante fare l'esempio di Morandi.
Che i costumi siano cambiati profondamente in quegli anni è difficile negarlo. Basta vedere l'impatto che il rock americano e le sue icone hanno avuto per i giovani di allora. Per non parlare della cultura beat con la sua onda lunga...

Anonimo ha detto...

citare morandi non è fuorviante. anzi. io non volevo suggerire dei paragoni reali, ma soltanto dare l'idea di quanto fossero diversi i costumi, sottolineando il "provincialismo" musicale italiano.
Ora in casa editrice c'è Barbara Alberti che ride davvero fortissimo...

Anonimo ha detto...

secondo me morandi e baglioni le squinzie ce le avevavno pure loro...