mercoledì 28 marzo 2007

...e meno male che ho l'istinto e l'abitudine, ad arginare questo vuoto di inquietudine..

lunedì 19 marzo 2007

PIOGGIA BENEFICA?

Nella capitale si festeggiava la liberazione di Mastrogiacomo e la soddisfazione tagliava trasversalmente gli schieramenti politici e le testate giornalistiche. Bene la Reuter, che da agenzia preveggente sapeva già tutto ancor prima che accadesse(?); male qualche altro, tipo Vespa, che inopinatamente, pure stasera opterà per Vallettopoli. L'Italia, intanto, è un acquitrino senza senso. Tutta questa pioggia, e la neve fin da Fabriano (mi dicono) al 20 di marzo non posso che maledirla. E domani si gioca. La squadra c'è inaugurerà i suoi playoff alle 21,30 contro quelli della Muppet. Trippa correrà da Iesi, Cavalaglio(take onion) interromperà le sue ripetizioni d'inglese, il lombo ed io abbandoneremo qualche facile trattativa, vinti non salverà il gatto di nessuna vecchina salito su chissà quale albero, focaia proverà a scattare tutto il giorno nei pochi metri del suo studio, papalini non farà che chiamare al telefono il portiere che non farà altro che non rispondere. Non fai, chissà, potrebbe rilassarsi col giardinaggio...e Roma e Ancona sono tristemente agli antipodi.

venerdì 9 marzo 2007

LA CERTEZZA DEL CONTATTO


Del mio primo bacio ricordo innanzitutto la stagione. Che era buona. Ed i primi lampioni della sera accesi. Ricordo (ma questa è più un'impressione, forse uno scherzo della memoria) un panino mangiato tra amici in un locale dove si ritrovavano ragazzi più grandi. Ed il suo nome, naturalmente, ed il colore dei capelli e l'alito buono, di gomma americana, che di certo, da quando eravamo usciti dal pub, non aveva masticato. Simona, criniera corvina, occhi neri (mi sembra), ma sì, neri. Un gruppo sparuto di cerveterani affrontavano la salita del paese che li avrebbe condotti fino alla piazza, col castello orsini, il museo orsini e la chiesa antica. Le gambe mulinavano, la testa era una risata rivolta alle mura che, tre secoli prima di Roma, avevano difeso la superiorità culturale etrusca. Ricordo il violento batticuore al pensiero di doverle mormorare che quello era il momento, che nessun altro momento sarebbe stato così giusto, che bisognava rallentare il passo per far sì che gli altri si staccassero un po', che tanto avrebbero capito e non si sarebbero neppure voltati. Questo dissi in un fiato, o perlomeno credetti di averle fatto intendere, e non so perchè fui io a scegliere il luogo, a metà ascesa. Una macelleria chiusa, con le luci proiettate dai lampioni sufficientemente lontane; un camion parcheggiato di fronte, quasi a protezione della saracinesca abbassata; ed uno spazio buono per due, dovetti pensare, e buono per due, dovette pensare lei. Forse nessuna parola nel mezzo, nello spazio di tempo necessario per assumere una posizione comoda che permettesse di restare ben piantati a terra senza barcollare. Ricordo i miei pantaloncini corti, non il colore, certo, ma il fatto che fossero corti, quello invece chiaramente, perchè in quell'angolo angusto cresceva ortica ed io la sentii mordermi un polpaccio. Ed il bacio arrivò così, come uno strano miscuglio di labbra, lingue e denti. Ricordo che mi diedi un tempo massimo e che poi, dopo, di nuovo in strada, cercai l'approvazione di lei, parlando dell'indiscutibile superiorità dell'intensità rispetto alla durata. Ci tenemmo per mano finchè non raggiungemmo gli altri e poi mangiammo un gelato. Mi diedero un cono rotto, questo me lo ricordo bene, ed i gusti sapevano di quel bacio. Quando mio padre venne a prendermi con la macchina per riportarmi a casa non dissi nulla fino al semaforo fuori dal paese. Ricordo che pensai che da quel giorno avrei potuto avere molti più segreti. Quel bacio me ne dava il diritto. Io poi con Simona non volli più avere niente a che fare. Mica lo so il perchè. Lei fu carina. Aspettò due settimane prima di mandare una sua amica da me a chiedere spiegazioni. Non ricordo cosa le dissi, ma di certo finsi.

giovedì 8 marzo 2007

PER FORTUNA IL CALCIO HA ANCORA UN SENSO


Nel giorno più bello arriva l'ufficialità: la Squadra C'è, quando ancora manca una giornata alla fine della prima fase del torneo di Lidarno (e la cosa di per sè è inspiegabile) si aggiudica la Coppa Fair Play. Un solo ammonito (quel ritardato di Vinti II) in tutte le 17 gare fin qui più o meno disputate. Una soddisfazione per il capitano NeroCava che ha così commentato: "Era dai tempi dei fasci di combattimento che non provavo un così profondo piacere".

Ma veniamo alla gara di ieri sera. Perchè pioveva dopo tanti giorni di cielo limpido. E la Squadra C'è era, come sempre, ridotta ai minimi termini. E Trippa non andava neppure tra i pali, non perchè come molti si saranno immaginati non c'entrasse, ma perchè era Papalini a finirci, reduce qual'era da una brutta influenza. Perchè c'era di fronte la compagine capolista, forte, fortissima, che scendeva giù dalla collina del Pianello (dove con ogni probabilità Cacile fu deflorata) con i sacchi, le tute e le scarpette di un ricco sponsor. Quello che è poi successo ve lo lascio immaginare....
LA SQUADRA C'E' - VECCHI TEMPI 4 - 3

Papalini 6,5:
Vestito da mimo finisce in porta e Trippa nei minuti di riscaldamento cerca di spiegargli come si fa il portiere. Lui lo ascolta ridendo e consapevole che il bue, pur di stare in campo, sacrificherebbe la grande amicizia con Moltedo. E se il vantaggio avversario nasce da un suo pasticcio, l'attenzione evidenziata nel resto della gara lo riscatta ampiamente. Quando è costretto, come in questo caso, a giocare soltanto con le mani il tasso tecnico della Squadra C'è subisce una brusca impennata.
Cava 7: Capitano-baluardo: gli avversari soffrono i suoi anticipi e lui azzecca pure qualche appoggio in avanti. Non chiama mai i compagni a raccolta nella propria aria di rigore e mostra l'intelligenza tattica di un uomo di sinistra. Vuole segnare di testa su calcio d'angolo e non fa che ricordarlo a Bozzi ogni due secondi. Un'ora dopo, alla pizzeria Manzoni, minaccia, a voce spiegata, di fare molto male alla cameriera.
Trippa 7,5: Ma come farà con tutta quella ciccia? Come farà a correre per due (beh questo non è poi strano effettivamente) rimanendo sufficientemente lucido. E poi quei suoi dribbling a zero all'ora sono ipnotici. Dice di aver spizzato la palla del primo pareggio. In realtà l'autorete è evidente. Insultato da tutti, allora, si corregge: "Nooooo! Ve lo spiego subito com'è andata: diciamo, no, che ho coperto l'avversario" A questo crediamo di più. Partita straripante, degna della sua mole.
Vinti 7: Vuole un bene dell'anima ai suoi compagni. Una persona buona ed altruista. Suo il gol partita con un diagonale perfetto, dopo la solita progressione da serie a. Un ragazzo gentile e alto. Capace di recuperare palla, perderla e rirecuperarla in meno di due secondi. Umile.
Focaia 7: La caparbietà fatta persona. Non fa che dire che è stanco, ma poi è ovunque. Fa la diagonale, blinda la fascia, scende e si propone. Ormai capisce il meccanismo del calcio a 8 perfettamente. Ruba due volte il pallone agli avversari prima di piazzare il cross, basso, forte, e all'indietro, col quale spiazza l'intera retroguardia dei Vecchi Tempi, permettendo all'accorrente Lombardi di infilare il pallone in porta. Un pestone rimediato nel finale lo costringe a giocare gli ultimi cinque minuti da punta. Incomprensibile la sua ritrosia nel far la doccia con i compagni.
Lombardi 7: Trippa sostiene che la sua prestazione dipenda da quella del suo sottoposto all'Ina. "Il Lombo gioca bene, se Bozzi gioca bene...". Chissà, forse è davvero così. Sta di fatto che è lucido, determinato e preciso. Non tiene troppo la palla e va spesso al tiro. Realizza la rete del momentaneo 2-1 con una grande incursione centrale. Rimedia pure un calcione che lo fa incazzare di brutto: "La botta l'ho presa" dice "ma quello non me lo dimentico".
NonFai 7: Ma perchè non segna? Gli manca ancora una certa cattiveria sotto porta, probabilmente. Per il resto svolge egregiamente il ruolo di ultimo baluardo offensivo. Pivot preciso, fa valere la sua stazza fenicottera. Stà pure imparando un po' di perugino: 'raggeta' e 'gilleta' sono termini che ormai conosce bene.
Bozzi 8: Parte male, come solo lui sa fare. Tanto male da essere stramaledetto da tutti i compagni. Ma si tratta di cinque minuti: al primo numero che gli riesce prende fiducia e sforna una delle gare più straordinarie del torneo. "Stasera gioco solo di fino" rivela a Trippa in chiusura primo tempo. E mantiene la promessa. Fa impazzire gli avversari, imposta, difende palla e segna un gran gol su punizione. Il Cava dichiarerà a fine partita: "E' il miglior giocatore del centro Italia".

sabato 3 marzo 2007

DIASPORE


L'importante è non farsi prendere dal panico. Basta capire che le situazioni cambiano, che le necessità non possono essere sempre le stesse, che il tempo passa.
Passa per Cacile, che dà l'addio alla match point per la più significativa esperienza da tirocinante alla farmacia Galeno. L'aspettano 750 ore. Uno sproposito. Ha affermato che ora dovrà risparmiare e per farlo è disposta a pranzare all'università con dei panini portati da casa: "Userò il panbauletto che resta più morbido" specifica.
Passa per Gozzy, che adesso più che mai è de Roma, che gira pè Roma, che passa il fine settimana a Roma con la Chiara, che gioca a calcetto in qualche campo de Roma, che impara il dialetto de'a Capitale.
Passa per Focaia, che prima è timido; poi è timido, ma inizia ad imitare, per la gioia dei suoi compagni di vacanza riminesi, la voce di Bubu; poi comincia a sfasciarsi d'alcool; quindi importuna tutte le donne; infine, esce con quelle stesse donne di sabato, e se ne frega degli amici.
Passa per il Pampa, e grazie a Dio passa in fretta, perchè non ne può più di gesso e stampelle e di somigliare a Hugh Laurie.
Passa per Trippa, che trascorre due notti a Bologna in compagnia di Sternardi, pagandone soltanto una, a far l'amore ed a chiedersi come mai quando c'era andato lui, a Roma, la gente aveva storto il naso, e invece adesso che ci vanno tutti gli altri, deve accettare insulse manifestazioni d'entusiasmo.
Passa per il Meuri, che vede i suoi amici invecchiare e perdere colpi.
Passa per Rigby, che si trasferisce per appena 5 anni a Springfield affermando di "non temere una nuova Cernobyl".
Passa per il sottoscritto, che dal 15 marzo prossimo tornerà a vivere sulla Cassia, a poche centinaia di metri dalla casa in cui ha trascorso i primi tre anni della sua esistenza. Lungo quella via, nei primi mesi del 1978, l'alfa giulia dei miei genitori veniva fermata da una pattuglia di carabinieri che gli chiedevano di accostare e fermarsi. Erano i giorni del sequestro Moro. Io me ne stavo nella culla sul sedile posteriore. Mio padre scendeva, mostrava i documenti e la patente, mentre Morena era costretta a prendermi in braccio per dimostrare di non nascondere una pistola sotto il cuscino e la copertina del pupo.

giovedì 1 marzo 2007

A RUOTA LIBERA


Non ritrovo più i miei occhiali da vista. Credevo d'averli lasciati nel cruscotto della macchina, ma mi sbagliavo. Poi li ho cercati in camera, ma nulla. Spariti! Stasera, in occasione del compleanno d'Emilia, rivedrò finalmente il vecchio Pampa, e quell'idiota de Focaia e quello lì che è il Meuri, accompagnato dalla rientrante Rigby. Insomma più di un'emozione, prevedo. Intanto è sì. Al Senato, dove tutto era cominciato, si esaurisce la settimana di passione. Un 162 che va oltre ogni più rosea previsione (avrei detto 161, sul senatore all'estero non ci contavo) e che mi permette di godere, senza stare a sbandierarlo, ma di godere. E non attaccano le lamentele della destra che per bocca di renatuccio Schifani parla di governo "nato morto" evidentemente confondendolo col toupet del suo leader maximo, nè tantomento le accuse di trasformismo rivolte a certi senatori. Insomma, De Gregorio ce lo siamo scordati? Perchè, in realtà, tutto va bene purchè non si tratti di Silvio Berlusconi. E non è accanimento questo, ed è vero che la sinistra sa essere unita soltanto quando si tratta di prendersela con lui. Perchè Berlusconi sta alla politica come Danilo Coppola sta al mondo immobiliare. A proposito, ma avete visto che capelli ha quell'uomo? Cioè, su di lui non si doveva neppure indagare; sarebbe bastato osservarlo. Sembra, peraltro, che non l'abbiano arrestato per il buco da 130 milioni di euro, ma a causa di una microspia che aveva infilato (chissà come poi) nel cellulare della sua ragazza e grazie alla quale poteva ascoltarne le conversazioni telefoniche con uomini dalla pettinatura normale. Intanto la città eterna mi adotta, e lo fa ufficialmente con una e-mail stringata. Dozzini mi fa soffrire la risposta chiudendomi la conversazione telefonica ("devo da fare" dice in romanesco) e raccomandandomi, appunto, il mezzo internet. L'ho detto quasi a tutti, del resto. Resta Trippa, ma con lui conto di farlo faccia a faccia di fronte ad una pizza riparatrice. Intanto segnalo l'uscita di "Borat" e vi invito a venirlo a vedere insieme al sottoscritto. Per "Shooting Silvio" e "Death of a President" c'è sempre tempo.