domenica 15 aprile 2007

C'ERA UN CINESE IN TRENO


"Negli anni d'università, il treno mi portava, alcune volte all'anno, di notte, in sette ore, da Bucarest a Suceava e mi portava, poi, di frequente, negli anni dell'amore per Giulietta, da Ploiesti a Bucarest. Il treno mi aveva portato a Periprava, il lager di detenuti dove era finito il babbo, e nel viaggio di addio, nel 1986, ai genitori della Bucovina.[...] Lo scompartimento è pulito, ma persiste un odore di disinfettante e il lenzuolo ha una macchia sospetta. Il cuscino posto proprio sopra la ruota del vagone non promette l'anestesia della stanchezza che ha continuato a sedimentare durante la settimana bucarestina. Distendo la coperta sul lenzuolo, mi spoglio, sento freddo, mi avvolgo. Tiro le tende. Buio tratteggiato da strisce luminose. Le ruote stridono, cerco di rimanere sordo alla corsa e all'ansito della notte.
Il mostro di ferro perfora, con rumori sordi e muggiti, l'oscurita".

Il Ritorno dell'Huligano, Norman Manea.


Mentre ieri tornavo a Perugia sale un cinese. E' vestito degnamente (maglioncino cremisi su camicia chiara, pantaloni di velluto marrone, scarpe nuove o semi-nuove), ben pettinato (scriminatura a destra), senza neppure una busta di plastica o una borsa sportiva con dentro i soliti oggetti inutili da smerciare. E sorride. E annuisce. Scuote la testa su e giù, mentre la ragazza che con lui è salita alla stazione di Terni spiega alla donna seduta di fronte a loro che il poveretto si è perduto. Si è confuso ed è sceso ad Arezzo senza poi prendere la coincidenza per Perugia, sua ultima meta. Poi si rivolge ancora a lui e a voce alta, come se scandendo le parole fosse in grado addirittura di tradurle, gli spiega che ora dovrà scendere a Foligno; "a Foligno, capito?". E poi dovrà prendere un altro treno che lo porterà a Perugia. "Sì. Due treni". Scendere e salire. Lui continua ad annuire. Prova addirittura a ripetere quei suoni incomprensibili. Non ci riesce, ma sorride; forse un po' preoccupato. E' evidente che non capisce una sola parola di italiano. E allora mi chiedo come cavolo avrà fatto, lei, a capire che quello ha perso il treno e che deve andare dove deve andare. Il biglietto, penso. Le avrà mostrato senza dubbio il biglietto. Carta canta, mi dico. Ma allora come avrà fatto, lui, a farselo fare quel biglietto?. E se da quel che vedo non ha un cellulare, come avrà fatto ad avvertire chi lo aspetta a Fontivegge che è in ritardo?. Perchè qualcuno lo starà aspettando. Non posso credere il contrario. La ragazza scende e io mi rimetto le cuffie e faccio ripartire la musica. Arriviamo, infine, a Foligno. Siamo in ritardo e così mi catapulto fuori e di corsa balzo sulla coincidenza. Non lo vedo più il cinese. Chissà se sarà sceso. Certamente sì, penso: era insieme all'altra donna.
Alle 9,15 siamo a Ponte San Giovanni. Scendo e me lo ritrovo a fianco. Mi sfilo le cuffie e comincio a dirgli, con un'enfasi esagerata, di risalire. Lui risponde una cosa tipo "taka?". Io dico "sì, devi salire e scendere alla successiva fermata", "devi scendere dopo!", e quasi grido. Mi guarda interrogativo, sempre con questo cazzo di mezzo sorriso stampato. Ci sono altri ragazzi intorno. Mi chiedono se questa è la stazione di Perugia. "No!" faccio io "è la prossima. Risalite, svelti,e portatevi dietro anche lui, per favore". Una di loro mi guarda interrogativa. Io volto le spalle e scappo verso l'uscita.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

voglio diventare cinese per dire "taka?" con pieno diritto e far ridere Bozzi

Anonimo ha detto...

...e fai bene topaia

Anonimo ha detto...

forse veniva da milano e ha preso qualche mazzata da rincoglionirlo. comunque non può che meritarsi il classico PORACCIO. ma, per inciso, le fragole sono più bone col limone o co la...

Anonimo ha detto...

panna?
trippa la mette pure sul ciauscolo e dice che è la morte sua

Anonimo ha detto...

dio mio, taka. povero cinese. cosa intendi, esattamente, per cremisi?

Anonimo ha detto...

...di un rossettino non rossissimo, direi.

Anonimo ha detto...

brava